Come ogni altro ambito professionale, anche quello sanitario presenta dei rischi che non possono essere assolutamente sottovalutati. 

Medico, infermiere e operatore socio-sanitario sicuramente non possono non sapere quali sono i principali rischi legati alla loro attività professionale. Solo la conoscenza di essi, permetterà infatti, di attuare tutte le misure preventive del caso.

Sicuramente tra i più probabili rischi a cui va incontro un operatore sanitario all’interno di una struttura sanitaria è quello biologico, il più temuto e con conseguenze talvolta irreversibili. 

La puntura accidentale da taglienti e pungenti, ovvero, una ferita percutanea causata da aghi, taglienti o strumenti appuntiti potenzialmente infetti, costituisce la principale causa di trasmissione di alcuni virus, tra i più temuti: HCV, HBV e HIV.

Tagli e punture accidentali, costituiscono il 75% dei cosiddetti incidenti occupazionali a rischio biologico.

Le attività a maggior rischio sono: prelievi ematici, inserimento di fleboclisi e rimozione, interventi chirurgici, operazioni di smaltimento dei rifiuti e tutte quelle manovre definite invasive.

In base a una ricerca realizzata in Italia, due operatori sanitari su tre dichiarano di mettere in pratica una manovra o procedura errata, che li sottopone a rischio di incidente per puntura o taglio. Tra queste il reincappucciamento manuale di aghi contaminati, uso non corretto dei contenitori per lo smaltimento dei taglienti e pungenti, il mancato o scorretto utilizzo dei dispositivi di protezione individuale (D.P.I).

Per la prevenzione è opportuno un buon addestramento del personale sostenuto da politiche e procedure aziendali. 

Le politiche lavorative minime per la riduzione dei rischi sono: 

  • La vaccinazione del personale;
  • L’introduzione di pratiche lavorative sicure;
  • L’utilizzo dei DPI;
  • L’immediato e sicuro smaltimento dei dispositivi taglienti e pungenti in appositi contenitori.

Oltre all’educazione e all’addestramento del personale sanitario è importante anche l’uso della tecnologia, in particolare di dispositivi medici dotati di caratteristiche di sicurezza che tutelano il personale sanitario .

Ogni giorno in Italia 2 operatori sanitari su 3 rischiano di tagliarsi o pungersi con i loro ferri del mestiere.”

Un rischio che si traduce in circa 100 mila incidenti sul lavoro.

Spesso questi infortuni sono causati da aghi e altri strumenti contaminati da VIRUS (HIV, EPATITE B, EPATITE C). Compliance la scarsa consapevolezza tra gli operatori e la disponibilità limitata di dispositivi più sicuri. 

Nel 40% dei casi lo smaltimento dei taglienti e pungenti avviene in “contenitori impropri”, esponendo anche il personale non sanitario, come ad esempio gli addetti alle pulizie, ad ulteriori rischi.

Oltre a causare danni fisici, tagli e punture accidentali causano anche un grave danno economico, in Italia ogni anno vengono spesi 36 milioni di euro per far fronte alle conseguenze delle ferite accidentali in ambito sanitario.

Ma quanto costa ogni singolo incidente?

La cifra supera gli 850,00 € includendo i costi dei test sierologici per identificare la presenza del virus e la profilassi da esposizione. 

Tuttavia, come riportato dalla narrativa scientifica in materia, numerose esperienze dimostrano che la prevenzione delle punture accidentali è economicamente praticabile e decisamente più vantaggiosa nel lungo periodo.

Considerando che ogni infortunio presenta sia costi diretti (quali prelievi, visite, profilassi) sia indiretti (come le ore di lavoro impiegate per la notifica e i controlli, il costo del personale coinvolto), che peraltro gravano sul Servizio Sanitario Nazionale, il costo della prevenzione e sicurezza risulta essere sicuramente inferiore rispetto al costo della gestione degli infortuni delle esposizioni percutanee.

A parte i danni economici pensiamo all’impatto sulla vita e di relazione, che il rischio di aver contratto un‘infezione da virus determina nell’operatore, che può aver bisogno anche di un supporto psicologico.

Molto deve essere ancora fatto!

Serve cambiamento culturale a partire dai direttori generali delle aziende sanitarie che vanno coinvolti nel processo decisionale all’allocazione delle risorse per la sicurezza fino al singolo operatore sanitario che non deve mai sottostimare i rischi. 

Dunque la necessità di prevedere un‘azione sinergica tra i diversi attori coinvolti: dagli operatori sanitari, ai responsabili delle sicurezza presso le strutture ospedaliere, al management delle strutture stesse, fermo restando che l’impegno delle istituzioni è di fondamentale importanza per rendere concreta e effettiva la protezione e la sicurezza di tutti gli operatori sanitari.

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